La patologia
Per comprendere bene che cosa sia il linfedema è utile fare un breve accenno su come sia composto il sistema linfatico.
Nei tessuti del nostro corpo è del tutto normale la formazione continua di piccole quantità di fluido che non viene riassorbito dalla circolazione capillare venosa.
Questo fluido viene così recuperato da altri piccoli vasi presenti nei tessuti, detti vasi linfatici.
Questi vasi drenano la linfa verso i linfonodi: dei veri e propri organi. Un sistema che ha un’importantissima funzione di controllo delle difese immunitarie del nostro corpo e che ci difende dalle aggressioni esterne di batteri, virus, ecc.
Quando però il sistema linfatico non funziona più in maniera adeguata, la linfa ristagna nei tessuti, causando stasi linfatica e successivamente il linfedema.
Il linfedema è dunque una patologia cronica causata da anomalie del sistema linfatico. È caratterizzato da un rallentamento o un blocco della circolazione linfatica. Colpisce prevalentemente gli arti e si può manifestare da uno o da entrambi i lati ma può interessare anche altri distretti corporei.
Il linfedema può essere di tipo PRIMARIO o SECONDARIO.
Il linfedema primario e secondario
Il linfedema primario può essere causato da un difetto congenito, può essere precoce (quando appare prima dei 35 anni, il 65-80% dei casi) o tardivo (quando appare dopo i 35 anni).
Il linfedema secondario di solito è causato da un trattamento chirurgico oncologico.
Negli uomini invece può essere causato da una prostatectomia (intervento chirurgico alla prostata).
Nell’arto superiore, sia nell’uomo che nella donna, il linfedema compare nel 60% dei casi nel corso dei primi due anni dalla chirurgia.
Nell’arto inferiore, invece, sia nell’uomo che nella donna, compare circa nell’80% dei casi entro 1 anno dall’intervento.
Per stabilire con certezza il tipo di linfedema di cui si è affetti e lo stadio, è necessario sottoporsi ad una prima visita linfologica.
I sintomi del linfedema
Il linfedema si manifesta con un gonfiore localizzato alle regioni colpite che, di norma, sono braccia o gambe. Di solito è asimmetrico, cioè si sviluppa in un solo arto alla volta, ma possono esserci casi di linfedema in entrambe le gambe o braccia.
In caso di linfedema secondario, il gonfiore può interessare anche il viso, il collo, il torace e gli organi genitali.
Talvolta, il gonfiore si può manifestare improvvisamente con una rapida progressione, altre volte invece può comparire in maniera più subdola, con una progressione impercettibile fino a degenerare in una vera e propria elefantiasi (rigonfiamento estremo dell’arto).
Il linfedema è una patologia che può portare a difficoltà di deambulazione e che può avere complicanze tissutali e cliniche anche molto serie come fibrosi, infezioni e lesioni cutanee che possono progredire fino alle ulcere.
L’arto colpito da linfedema, infatti, è enormemente più esposto al rischio d’infezioni anche in occasione di piccole ferite, ustioni o punture d’insetto. Il rischio di complicanze nel linfedema tocca il 75% negli stadi più avanzati della patologia.
Per riassumere, la sintomatologia tipica del linfedema, nella maggior parte dei casi include: gonfiore e pesantezza dell’arto, ispessimento della cute, difficoltà di movimento, maggiore suscettibilità alle infezioni e la pelle dell’arto colpito si può presentare più lucida e pallida.