Il trattamento riabilitativo oncologico
Per quanto accurati, gli interventi conservativi e demolitivi-ricostruttivi possono causare, in diversa misura, esiti post-operatori nella regione dell’intervento chirurgico e nel braccio del lato operato.
Il trattamento riabilitativo oncologico deve essere fonte di attenzione fin dal primo giorno dopo la chirurgia, sia da parte dei medici che dalla parte delle pazienti.
Recenti studi hanno messo in evidenza che tale azione preventiva ha mostrato di evitare sia le complicanze funzionali dell’arto, sia l’evoluzione tissutale, riportando un equilibrio funzionale dell’arto operato e una maggiore tranquillità e fiducia della paziente a seguire tutto il percorso della malattia fino ad assumere un ruolo attivo nel piano di cura.
É indispensabile inquadrare ed intervenire tempestivamente e adeguatamente su tutti i tipi di complicanze, sia nella fase acuta che in seguito, anche a distanza dall’intervento.
Possibili complicanze della chirurgia oncologica
La chirurgia oncologica, sia senologica che ginecologica, può portare con se diverse complicanze, alcune ad insorgenza più immediata, altre a manifestazione tardiva.
Tra le complicanze immediate, derivanti direttamente dall’intervento, vi sono: estesi ematomi, sieromi, difficoltà di cicatrizzazione, dolore post operatorio importante, limitazione del movimento della spalla, axillary web syndrome (questi ultimi due nel caso di chirurgia al seno).
Tra le complicanze tardive, imputabili ad una mancata o cattiva gestione delle prime complicanze, vi sono: alterazioni posturali e spalla congelata (nel caso di chirurgia senologica), dolore cronico e diffuso e, purtroppo, anche lo sviluppo della patologia cronica del linfedema.
Come prevenire il linfedema post chirurgia oncologica
Agire tempestivamente in via preventiva, grazie ad un percorso di trattamento di “riabilitazione oncologica” post intervento, è l’unica arma efficace per prevenire le complicanze della chirurgia, in modo particolare il linfedema.
Il linfedema secondario, purtroppo, è una patologia sempre più diffusa come conseguenza dell’asportazione dei linfonodi in chirurgia oncologica. Anche l’asportazione di un singolo linfonodo sentinella fa aumentare il rischio di linfedema dal 2 al 7%.
Fortunatamente però un percorso di riabilitazione oncologica che inizi subito dopo l’intervento, è in grado di minimizzare l’insorgenza di questa patologia cronica.
Solo una clinica dedicata alla linfologia con approccio multidisciplinare, con fisioterapisti formati in ambito oncologico-senologico e linfologico, è in grado d’intervenire nell’immediato post operatorio, di trattare tutti i tipi di complicanze e d’impostare un percorso riabilitativo personalizzato.