La patologia del lipedema
La dott.ssa Karen Herbst, una delle più illustri ricercatrici internazionali sul lipedema, lo definisce «grasso contenente fluido» o, più precisamente, «sviluppo di grasso sottocutaneo indipendente dall’introito calorico e dall’attività fisica».
Per usare parole più semplici, nel lipedema si ha a che fare con un “grasso modificato” che si accumula in eccesso nel sottocutaneo e che presenta una distribuzione irregolare. Il lipedema non è una conseguenza del sovrappeso, in quanto non si tratta di un eccesso di adipe dovuto all’alimentazione, ma di una patologia che altera gli adipociti.
Il lipedema è una patologia genetica cronica, degenerativa e invalidante, del tessuto adiposo, spesso accompagnato da edema, infiammazione sistemica e dolore. Il lipedema, seppur non guaribile, oggi è ben curabile.
Il lipedema infatti è una malattia poco nota anche tra il personale medico: viene spesso confusa con altre patologie come l’obesità indotta dallo stile di vita, con l’obesità ginoide e localizzata, con il linfedema e persino con altre condizioni di pertinenza estetica (come la comune “cellulite”). E’ stata ufficialmente riconosciuta dall’OMS solo nel 2018 ed è considerata una malattia rara.
Le tipologie ed i segni di lipedema
Il lipedema si manifesta con una proliferazione di adipe simmetrica e bilaterale che colpisce le gambe ed a volte anche le braccia, mentre mani e piedi ne sono esenti.
A seconda delle regioni interessate si distinguono 5 tipi di lipedema.
Quando la patologia colpisce la metà inferiore delle gambe, i depositi adiposi si interrompono in maniera brusca a livello dei malleoli causando una demarcazione netta tra tessuto patologico e normale. Questo aspetto caratteristico del lipedema è stato definito in vario modo: segno del calzino, segno della coppa, segno del bicchiere di cognac.
Quando colpisce l’arto superiore, i depositi adiposi coinvolgono solo il braccio (o anche l’avambraccio) ma lasciano sempre la mano libera.
I depositi adiposi si interrompono in maniera brusca a livello del gomito o del polso, definendo il cosiddetto «segno del polsino» o «del braccialetto».
Per stabilire l’eventuale presenza di lipedema è necessario sottoporsi ad una prima visita linfologica.
Gli stadi
Il lipedema riconosce tre stadi clinici ed evolutivi, in funzione della morfologia e delle strutture nodulari sottocutanee (così come definito da Meier-Vollrath e Schmeller, 2004).
Stadio 1
Superficie cutanea normalmente liscia, ispessimento del tessuto sottocutaneo. Alla palpazione piccoli granuli o noduli tipo palline di polistirolo.
Stadio 2
Cute irregolare con aspetto «a materasso»: palpabili noduli delle dimensioni di piselli o perle.
Stadio 3
Larghe estrusioni del tessuto adiposo che causano deformazioni dell’arto, soprattutto nella coscia e attorno al ginocchio.
Stadio 4
Detto anche Lipo-flebolinfedema. L’espressione massima della malattia che si associa anche ad un importante edema (può interessare componenti veno-linfatiche).
Perché è importante curare il lipedema
Un ritardo nella cura di questa patologia può portare a una progressione delle patologie con complicanze come:
- Artrite del ginocchio
- Fibrosi del grasso sottocutaneo
- Linfedema
In assenza di un’idonea gestione può progredire e peggiorare generando una qualità di vita sempre meno accettabile.
I pazienti non curati con un percorso multidisciplinare sono, in realtà, non trattati correttamente, venendo così privati di una idonea terapia in grado di stabilizzare e rallentare l’infiammazione tissutale tipica del lipedema.
Il percorso antinfiammatorio resta il perno centrale, non solo nella fase iniziare del trattamento, ma anche nelle fasi successive di stabilizzazione e mantenimento.